
ترجمة: د. أسماء عثمان
بقلم: ايتالو كالفينو
كان يا مكان، في سالف العصر والأوان…
كان هناك صديقان مُقرَّبان ، جمعتهما مودة كبيرة حتى أقسما على وعدٍ لاينقض: من يتزوّج منهما أولًا، يدعو صاحبه ليشهد على عقد الزواج ، ولو كان في أقاصي الدنيا.
وبعد فترة من الزمن، مات أحدهما قبل أن يفي بوعده أو يرى صاحبه عريسًا.
ولمّا جاء موعد زفاف الصديق الحيّ، تذكّر العهد… فحار أمره، وذهب إلى الكاهن ليشاوره.
قال له الكاهن:
ـ عهدٌ كهذا لا يُنقض،
اذهب إلى مثواه، وأخبره بما يجب عليك إخباره. فإن شاء جاء، وإن لم يشأ، فهو أمر يخصه.
ذهب الشاب إلى القبر وأخبر صاحبه:
ـ يا صديقي، لقد جاء الوقت، تعال و أشهد على عقد زفافي!
فانشقت الأرض، وخرج منها صديقه الميت قائلًا:
ـ نعم… سأجيء وأفي بوعدي فلو لم أفعل، لطال مكثي في عذاب المطهَّر.
عادا معًا إلى البيت ثم إلى الكنيسة، وتمّ الزفاف.
وفي وليمة العرس جلس الميت يقصّ القصص، لكنّه لم ينبس بكلمة عن العالم الآخر.
وكان العريس يتوق أن يسأله، إلا أن الشجاعة لم تكن تواتيه و عقد لسانه.
وعند نهاية وليمة الزفاف وقف الميت قائلًا:
ـ يا صديقي… كما قدّمت لك هذا المعروف، فرافِقني قليلًا في طريقي.
قال العريس مترددًا:
ـ بالطبع! ولكن… لحظة فحسب! إنها ليلتي الأولى مع عروستي…
ـ حسنًا، كما تشاء!
قبّل العريس عروسه وقال:
ـ سأخرج لحظة وأعود سريعًا…
ثم ذهب مع صاحبه الميت.
وبعد حديثٍ خفيف وصلا إلى القبر… وهناك تجرأ الصديق الحي وسأله:
ـ قل لي… أنت الذي ذقت الموت: كيف هي الحياة في الدار الآخرة؟
أجابه الميت:
ـ لا يمكنني البوح بشيء… إن أردت أن تعرف، فتعال معي إلى الجنة.
وانشقت الأرض من جديد… فنزل الاثنان معًا، حتى دخلا الجنة.
رأى الشاب قصورًا من الكريستال، أبوابها من الذهب، وملائكة يعزفون ويرقص حولهم أهل الجنة،
وسمع القديس بطرس يعزف على آلة الكونترباص، فظل الحي يراقب هذا المشهد مذهولا، ولم يعلم كم من الوقت ،يمكنه فيه البقاء في هذا المكان إذا لم تكن هناك أشياء أخرى كثيرة ، تستحق أن يراها.
قال له الميت: تعال معي الآن ، أريك مكانّا آخر، وانتقلت معًا إلى بستانٍ أوراق أشجاره طيورٌ ملوّنة تشدو بأعذب الألحان.
ثم إلى مرجٍ حيث الملائكة يرقصون بحلاوة العاشقين.
ثم إلى نجومٍ لها بريق لا يملّ الناظر إليه،
وأنهار تجري خمرًا، وأرضٍ من الجبن!
وفجأة انتفض قائلًا:
ـ مضى وقت طويل! عليّ أن أعود إلى عروستي… ستقلق عليّ!
ـ هل مللتَ؟
ـ مللت؟ لو بيدي لبقيت معك… لكن عليّ الرحيل
— ولكن لا تزال هناك الكثير من الأشياء التى تستحق أن تراها.
ـ أصدقك، ولكن يجب أن أمشي.
ـ حسنًا، كما تريد، فعاد به الميت إلى القبر… ثم اختفى.
خرج العريس من القبر، فإذا بكل شيء حوله قد تغيّر:
قبور تحولت إلى أضرحة شاهقة، وشوارع ملأى بالمباني الفخمة…
وعربات كهربائية وطائرات في السماء!
فتساءل حائرًا:
ـ” لعلّي أخطأت الطريق! أيّ بلدٍ هذا؟ وما هذه الملابس التي يلبسها هولاء الناس؟”
سأل رجلًا مسنًّا:
ـ أيها الشيخ… ما اسم هذا المكان؟
ـ إنها المدينة… أما ترى؟
قال الشاب:
ـ وأين بيت العريس الذي تزوّج البارحة؟
ـ البارحة؟! لم يتزوّج أحد في هذه المدينة البارحة ، أنا خادم الكنيسة وأوكد لك ذلك !
قال الشاب:
ـ لكنني أنا العريس! وها قد عدت الآن!
وقصّ عليه حكايته…
فقال الشيخ مستغربًا:
ـ ما تقول يا فتى؟ هذه قصة قديمة…
يحكون عن عريسٍ تبِع إشبينه الميت إلى القبر فلم يعد…
وماتت عروسته حزنًا عليه.
فصرخ:
لا ،لا لكنني أنا ذلك العريس!
قال الخادم: اسمع، الحل الوحيد هو أن تأتي معي إلى أسقف الكنيسة وتروي له قصتك
ـ أسقف ؟ ولكن في هذه المدينة لا يوجد إلا كاهن.
ـ أي كاهن؟ هذه المدينة بها أسقف منذ سنوات طويلة وذهب به إلى الاسقف.
وعندما قص الشاب حكايته ، تذكر الاسقف قصة سمعها حينما كان صغيراً، فقلّب سجلات تاريخية: منذ ثلاثين عامًا ، لا ؛ منذ خمسين عامًا، لا؛ مائة، لا، مائتان، لا. وأخذ يقلب في صفحات الكتب وفي نهاية المطاف، وجد تلك الاسماء بعينها مكتوبة على ورقة ممزقة، باهتة الحبر…
قرأها ثم قال مذهولًا:
ـ منذ ثلاثمئة عام حدث هذا…
اختفى العريس في ليلة زفافه، وماتت عروسه من القهر . اقرأ قصته هنا إن لم تصدق!
قال الشاب:
ـ وأنا هو العريس! عدت من العالم الآخر!
ـ وهل ذهبت إلى العالم الآخر ؟ قص علينا ما رأيت وما حدث هناك!
لكن فجأة اصفرّ وجه العريس كالموتى، وسقط أرضًا…
ومات دون أن يستطيع أن يروي ما رآه في الجنة.
النص الإيطالي:
UNA NOTTE IN PARADISO- Italo Calvino
C’erano una volta due grandi amici che dal bene che si volevano avevano
fatto questo giuramento: chi si sposa per primo dovrà chiamare l’amico per
compare d’anello, anche se si trovasse in capo al mondo.
Dopo un po’, uno dei due amici muore. L’altro, dovendosi sposare, non sapeva come fare, e chiese consiglio al confessore.
Brutto affare, – disse il pievano, – tu la tua parola devi mantenerla. Invitalo anche se è morto. Va’ alla tomba e digli quello che gli devi dire. Sta poi
a lui venire o no. Il giovane andò alla tomba e disse: – Amico, è venuto il
momento; vieni a farmi da compare d’anello! S’aperse la terra e saltò fuori
l’amico. – Sì che vengo, devo pur mantenere la promessa, perché se non la
mantengo mi tocca stare chissà quanto tempo in Purgatorio.
Vanno a casa, e dopo in chiesa per lo sposalizio. Poi ci fu il banchetto di
nozze e il giovane morto cominciò a raccontare storie d’ogni genere, ma di
quel che aveva visto all’altro mondo non ne faceva parola. Lo sposo non
vedeva l’ora di fargli delle domande, ma non ne aveva il coraggio. Alla fine del banchetto, il morto s’alza e dice: – Amico, visto che t’ho fatto questo
piacere, dovresti venire ad accompagnarmi un pezzetto.
Certo, perché no? Però, senti, solo un momentino, perché, sai, è la prima
notte con la mia sposa…
Ma sì, come vuoi! Lo sposo diede un bacio alla sposa. – Vado fuori un
momento e torno subito, – e uscì col morto. Chiacchierando del più e del
meno arrivarono alla tomba. S’abbracciarono. Il vivo pensò: “Se non glielo
domando ora non glielo domando più”, si fece coraggio e gli disse: – Senti,
vorrei chiederti una cosa, a te che sei morto: di là, come si sta?
Io non posso dire nulla, – fece il morto. – Se vuoi sapere vieni anche tu in
Paradiso. La tomba s’aperse, e il vivo seguì il morto. E si trovarono a essere in Paradiso. Il morto lo condusse a vedere un bel palazzo di cristallo con
le porte d’oro e dentro gli angeli che suonavano e facevano ballare i beati,
e San Pietro che suonava il contrabbasso. Il vivo stava a bocca aperta e
chissà quanto sarebbe rimasto lì se non avesse avuto da vedere tutto il resto. – Vieni in un altro posto, adesso! – gli disse il morto, e lo portò in un
giardino in cui gli alberi invece di foglie avevano uccelli di tutti i colori
che cantavano. – Andiamo avanti, cosa fai lì incantato! – E lo portò in un
prato in cui ballavano gli angeli, allegri e dolci come innamorati. – Ora ti
porto a vedere una stella! – Sulle stelle non si sarebbe mai stancato di guardare; i fiumi invece che d’acqua erano di vino e la terra era di formaggio.
Tutto a un tratto si riscosse: – Di’, compare, sarà già qualche ora che sono
quassù. Bisogna che torni dalla sposa che sarà in pensiero.
Sei già stufo?
Stufo? Sì: stesse a me…
E ce ne sarebbe ancora da vedere!
Lo credo, ma è meglio che vada.
Bene, come vuoi, – e il morto lo riaccompagnò fino alla tomba e poi sparì. Il vivo uscì dalla tomba, e non riconosceva più il cimitero. Era tutto pieno di monumenti, statue, alberi alti. Esce dal cimitero e invece di quelle casette di sassi tirate su alla meglio, vede dei gran palazzi, e tranvai, automobili, aeroplani. “Dove diavolo sono? Ho sbagliato strada? Ma com’è vestita
questa gente?”
Domanda a un vecchietto: – Galantuomo, questo paese è…?
Sì, si chiama così, questa città.
Bene, non so perché, non mi ritrovo. Sapete dirmi dov’è la casa di quello
che si è sposato ieri?
Ieri? Mah, io faccio il sagrestano, e posso dire che ieri non s’è sposato
nessuno!
Come? Io, mi son sposato! – e gli raccontò che aveva accompagnato in
Paradiso il suo compare morto.
Ti sogni, – disse il vecchio. – Questa è una vecchia storia che raccontano:
dello sposo che ha seguito il compare nella tomba e non è più tornato, e la
sposa è morta dal dolore.
Ma no, lo sposo sono io!
Senti, l’unica è che tu venga a parlare qui col nostro Vescovo.
Vescovo? Ma qui in paese c’è solo il pievano.
Che pievano? Sono tanti di quegli anni che qui ci sta il Vescovo -. E lo
portò dal Vescovo. Il Vescovo, quando il giovane gli raccontò cosa gli era
successo, si ricordò di una storia sentita da ragazzo. Prese i libri, cominciò
a sfogliarli: trent’anni fa, no; cinquant’anni, no; cento, no; duecento, no.
E continua a scartabellare. Alla fine, su una carta tutta rotta e bisunta, trova
proprio quei nomi. – È stato trecent’anni fa. Quel giovane è scomparso nel
cimitero e la sua sposa è morta di dolore. Leggi qui se non ci credi!
Ma sono io!
E sei stato all’altro mondo? Raccontami, raccontami qualcosa!Ma il giovane diventò giallo come la morte e cadde in terra. Così morì,
senza poter raccontare nulla di quel che aveva visto.




